Ci sono degli accessori che, nel corso del tempo, sono divenuti assolutamente indispensabili all’interno di ogni cucina, sia per la conservazione degli alimenti che per la preparazione di alcune ricette.
Uno degli elementi che, al giorno d’oggi, non può mancare è sicuramente l’alluminio, conosciuto anche come carta stagnola.
I fogli di alluminio infatti risultano essere molto utili per alcune tipologie di cottura, come ad esempio quella al cartoccio, indicata particolarmente per cucinare carne, pesce e verdure.
Quando ci si accinge a questo tipo di preparazione, spesso capita di porsi un quesito al quale fino ad oggi non si è riusciti a dare una risposta.
La carta stagnola ha un lato lucido e uno opaco e il più delle volte non si sa se ci sia o meno un lato corretto da utilizzare per la cottura. La risposta in realtà è più semplice di quanto ci si possa aspettare e per molte persone potrà sembrare addirittura ovvia e scontata.
Infatti non esiste un lato corretto e uno sbagliato da utilizzare per la cottura con i fogli di alluminio, ma entrambi possono essere usati in estrema tranquillità, sia la superficie lucida che quella opaca.
Non vi è alcuna differenza sostanziale quindi tra le due superfici e si tratta semplicemente di una diversità dettata dalla lavorazione stessa del prodotto. Durante la produzione dei fogli di alluminio ci sono dei procedimenti che portano, in conclusione, a questa distinzione.
La realizzazione dei fogli di alluminio prevede che due strati vengano uniti, pressati e fresati contemporaneamente. La parte più opaca è quella dove i fogli entrano in contatto tra loro, mentre quella lucida è quella dove avviene la fresatura.
In questi casi, come detto in precedenza, non vi è alcun tipo di distinzione nell’utilizzo ed entrambi i lati possono essere tranquillamente utilizzati senza alcun problema.
Diverso è se invece si acquista della carta stagnola antiaderente; in quel caso infatti bisogna prestare particolare attenzione e capire quale lato va usato e quale no per ottenere il risultato migliore.
