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Dove si trovano solitamente le microplastiche nel cibo? Ecco cosa comportano

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La presenza di un quantitativo preoccupante di plastica nel mondo è diventato un problema davvero allarmante, che sta causando moltissimi disagi al nostro pianeta. Persino nei prodotti che consumiamo possiamo trovare delle pericolose quantità di microplastica, e bisogna sapere come distinguere tali contaminazioni, per evitare di consumare pasti che possono danneggiare il nostro organismo.

In molte occasioni ci nutriamo di prodotti che contengono materiali plastici a nostra insaputa e secondo alcuni recenti studi è stato verificato che una persona può ingerire da 39.000 a 52.000 particelle di plastica ogni anno, grazie proprio ad acqua o cibo contaminati. Ma come possiamo distinguere ed evitare la microplastica?

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Innanzitutto dobbiamo comprendere cosa sono le microplastiche:
Queste sono particelle di plastica e il problema principale è che sono davvero minuscole, dato che solitamente hanno dimensioni comprese tra 0,1 e 5.000 micrometri. Le dimensioni di queste particelle sono talmente piccole che possono facilmente aggirare i sistemi di filtraggio dell’acqua o possono finire all’interno dei cibi che consumiamo, a causa degli imballaggi nei quali sono confezionati e realizzati proprio con materiali plastici.

Il problema dell’ingestione delle microplastiche riguarda la loro tossicità. Queste particelle non sono digeribili dal nostro corpo e possono causare dei seri problemi al nostro organismo. Solitamente gli alimenti più contaminati sono quelli provenienti da fonti marine, torrenti o fiumi. La fauna ittica, infatti, mangia accidentalmente dei quantitativi di prodotti plastici che rimangono all’interno del loro corpo. In baste ad alcuni dati, sembra che tra il 15 e il 20% delle specie marine che consumiamo contengano delle microplastiche. Altri elementi che possono avere contaminazioni di questo tipo sono i seguenti:

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1 Bottiglie di plastica
L’acqua in bottiglia è tra i prodotti maggiormente contaminati, dato che questi oggetti tendono a degradarsi facilmente, rilasciando all’interno del liquido elevati quantitativi di microplastiche nocive.

2 Molluschi
Proprio come i pesci, anche i molluschi tendono ad ingerire quantitativi elevati di plastica e una semplicissima porzione di cozze potrebbe contenere fino a 90 microplastiche.

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3 Sale marino
Il sale marino è un prodotto che si trova nel mare e pertanto, come altri elementi di questo tipo può contenere delle particelle di microplastiche. Proprio per tale motivo anche solo 5 grammi di sale possono causare l’ingestione di 3 microplastiche al giorno.

4 Birra
In base ai dati raccolti dalla “Food Additives and Contaminants”, in ogni singola bottiglia di birra si possono trovare dei granuli di plastica, trasportati sia dall’acqua che dall’aria.

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5 Altri cibi
Anche alimenti come la carne, i legumi, il miele e tantissimi altri prodotti possono contenere spiacevoli quantitativi di microplastiche e anche se attualmente non esistono studi in grado di verificarne in modo assoluto i quantitativi presenti, sembra che sia inevitabile una loro parziale contaminazione.

La plastica è purtroppo un elemento estremamente nocivo, tanto per il mondo che ci circonda quanto per noi stessi e dovremmo sicuramente cercare di limitarne i consumi, per evitare che questa possa rendere ogni elemento presente sul pianeta pericoloso o contaminato. Per difendersi dalle microplastiche è necessario ridurre il consumo di alimenti come tonno, salmone e pesce spada, optando invece per specie dal ciclo vitale più breve, come il nasello, le triglie e lo sgombro.

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Anche prodotti come sarde e acciughe sono più idonei per evitare l’assunzione di microplastiche, dato che riproducendosi in tempi molto più brevi, riescono ad ingerire meno fattori inquinanti. Un altro consiglio è quello di privilegiare l’acquisto di prodotti sfusi e non imballati nella plastica, così da evitare contaminazioni e cercare di bere acqua di rubinetto filtrata in un’apposita caraffa, piuttosto che acquistare quella in bottiglia.

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