Nel 2015 è stata presentata al mondo la prima bara organica creata da funghi, una vera innovazione nel campo delle sepolture eco-compatibili. Questa bara, denominata “Living Cocoon” e realizzata dalla startup olandese Loop, promette di rivoluzionare il modo in cui pensiamo al ciclo della vita e della morte.
Grazie all’utilizzo del micelio, la parte vegetativa dei funghi che cresce nel sottosuolo, questa bara trasforma il corpo che contiene in compost, arricchendo il terreno anziché inquinarlo.
Il micelio gioca un ruolo cruciale negli ecosistemi naturali, decomponendo materiale organico morto e trasformandolo in nutrienti essenziali per il suolo.
Loop ha sfruttato questa caratteristica per creare una bara che non solo si decompone rapidamente, in circa sei settimane, ma neutralizza anche le tossine rilasciate dal corpo in decomposizione, trasformandole in sostanze benefiche per la terra.
Questa innovazione arriva in un momento critico, considerando l’impatto ambientale delle pratiche funerarie tradizionali. Le bare in legno, trattate con vernici e altri prodotti chimici, impiegano decenni per decomporsi, rilasciando nel suolo sostanze nocive.
Inoltre, la cremazione contribuisce significativamente alle emissioni di CO2, aggravando il problema del cambiamento climatico. La “bara vivente” di Loop rappresenta una soluzione sostenibile a questi problemi.
Essa viene prodotta miscelando il micelio con scarti di legno, senza bisogno di calore o elettricità, evidenziando il potenziale dei materiali organici nella riduzione dell’impatto ambientale post-mortem.
Nonostante il crescente interesse per le sepolture ecologiche in paesi come Olanda, Belgio e Germania, dove Loop ha già venduto oltre 100 di queste bare, in Italia la situazione è diversa.
Le normative attuali non permettono ancora l’adozione di questa pratica, limitandosi a regolamentare la cremazione e la dispersione delle ceneri.
La bara di micelio di Loop apre una nuova prospettiva sulle tradizioni funerarie, invitando a considerare opzioni che permettano di lasciare un impatto positivo sulla terra.
È un invito a rivedere le nostre pratiche alla luce delle sfide ambientali contemporanee, per scegliere percorsi che onorino la vita continuando a nutrire il pianeta anche dopo la morte.