Nel Giappone, la dedizione dei genitori nella crescita e nell’educazione dei loro figli è notevole. Questo approccio genitoriale dà vita a bambini rispettosi delle regole, cortesi e ben educati.
Il Giappone è ampiamente rispettato per molte ragioni e, tra queste, spicca il comportamento dei bambini: sono obbedienti, rispettosi delle regole, attenti e rispondono alle aspettative sociali. Queste qualità sono frutto di un approccio genitoriale che molte altre culture osservano con grande interesse.
I genitori giapponesi credono fermamente che dando l’esempio, i loro figli apprenderanno comportamenti adeguati. Si ritengono direttamente responsabili degli esiti comportamentali dei loro figli.
Ti starai chiedendo, “Ma come fanno?”
Ecco alcune delle caratteristiche chiave della genitorialità giapponese, che si distingue in vari modi da quello che potremmo trovare nelle culture occidentali.
Nel contesto giapponese, i bambini non sono solo obbedienti, ma sono visti come esempi a cui ispirarsi. Una ricerca pubblicata su “Child Development” evidenzia che le famiglie giapponesi valorizzano l’attaccamento, l’empatia e l’armonia. Nel Giappone, i bambini sono educati a comportarsi in modo rispettoso e maturo nella società.
Ma c’è da notare che, in casa, i più piccoli sono fortemente dipendenti dai genitori, soprattutto dalle madri. Questa dipendenza non è vista negativamente; al contrario, viene vista come naturale e viene incentivata.
L’individualismo, o l’idea di agire seguendo solo il proprio desiderio, è temperato dalla forte connessione che i genitori instaurano con i figli. Raramente si vedono capricci o ribellioni in questi bambini, anche se naturalmente ci sono delle eccezioni.
In particolare, il legame tra madre e figlio è molto intimo. La pratica del co-sleeping, o dormire insieme, è comune fino all’età di circa sei anni. Come sottolineato da Halloway nel 2010, la connessione tra madre e figlio in Giappone è profonda e, sebbene possa evolvere, rimane caratterizzata da un senso di unità, quasi come se madre e figlio fossero una sola mente.
In questo contesto, l’impegno e la devozione della madre nei confronti del bambino sono palpabili. È raro che un bambino giapponese inizi la scuola materna prima dei tre anni o venga affidato ai nonni. Dopo i tre anni, comincia la fase dell’istruzione formale.