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Posso mangiare il cibo scaduto dopo la data “da consumarsi preferibilmente entro”?

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Spesso lasciamo i supermercati con carrelli stracolmi, fiduciosi che ogni singolo acquisto troverà il suo posto nelle nostre future ricette. Tuttavia, prima o poi ci rendiamo conto che i prodotti alimentari non sono eterni.

Sorge quindi spontanea una domanda: cosa significa esattamente “data di scadenza”? E come si differenzia da “consumare preferibilmente entro”? Esistono cibi che rimangono sicuri anche oltre queste date? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

Interpretare correttamente l’etichetta: una questione di chiarezza

Innanzitutto, la comprensione corretta è fondamentale. Secondo un regolamento europeo del 2011, le etichette dei prodotti alimentari devono indicare il “termine minimo di conservazione”, ossia il periodo entro il quale, se conservati adeguatamente, gli alimenti mantengono le loro qualità nutrizionali e organolettiche. Le indicazioni relative sono varie e ciascuna segnala un diverso intervallo temporale.

Ad esempio, “data di scadenza” o “consumare entro” si riferiscono al giorno, mese e anno oltre i quali il cibo potrebbe perdere le sue caratteristiche e diventare dannoso. Questo riguarda principalmente prodotti freschi come latticini, uova, carne e pesce. Per altri prodotti meno peribili, si utilizza “consumare preferibilmente entro”, seguito da mese e anno, o solo l’anno per alimenti conservabili oltre i 18 mesi. In quest’ultimo caso, l’alimento potrebbe ancora essere sicuro dopo la data indicata, ma perderebbe gradualmente le sue proprietà nutrizionali.

La corretta conservazione dei cibi

Le informazioni sull’etichetta sono valide a condizione che gli alimenti siano stati conservati correttamente, compito che spetta a noi. Ciò significa prevenire la crescita di microrganismi nocivi che potrebbero rendere il cibo pericoloso.

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La conservazione può essere distinta in tre categorie: cibi stabili (come pasta, legumi secchi, caffè, che possono essere tenuti a temperatura ambiente), cibi peribili (latticini, carne, frutta e verdura fresca, ecc., che necessitano di refrigerazione) e cibi semi-peribili (che hanno subìto processi che ne alterano la composizione, come alcuni formaggi e salumi, e che richiedono anch’essi refrigerazione). Una volta aperti, questi ultimi dovrebbero essere consumati in breve tempo.

Identificare cibi sicuri oltre la data di scadenza

Alcuni alimenti, specialmente quelli con etichetta “consumare preferibilmente entro”, possono essere consumati anche dopo la data indicata, a patto che non presentino alterazioni evidenti come cattivo odore o muffa. Esempi includono conserve, miele, cioccolato, alcuni formaggi. La cottura può aumentare la sicurezza del consumo post-scadenza.

Evitare gli sprechi: qualità su quantità

La regola aurea della cucina è non sprecare. Acquistando troppo, rischiamo di superare le date di scadenza, soprattutto con prodotti freschi. La frutta e la verdura di stagione, la carne e il pesce dovrebbero essere consumati rapidamente o congelati per un uso futuro.

Prodotti senza data di scadenza

Alcuni alimenti, come frutta e verdura fresca, prodotti da forno, sale, zucchero e alcolici, non presentano date di scadenza. Anche in questo caso, la regola fondamentale è conservarli adeguatamente e usarli solo se non mostrano segni di deterioramento.

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Ricordate, la sicurezza alimentare parte da una corretta comprensione e gestione delle informazioni che abbiamo a disposizione. E, a volte, è più semplice di quanto sembri!

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