Parigi, la città delle luci e le sue regole decisamente poco convenzionali. Parigi è sicuramente una delle città più famose e amate al mondo. La celebre “Ville Lumière” è visitata da milioni di persone, ogni anno e vanta alcuni dei luoghi più belli del mondo.
Questa città è considerata la capitale mondiale della moda e della cultura e sono tantissime le possibilità che offre sia ai suoi abitanti che ai suoi visitatori. Tuttavia, a Parigi esistono delle particolari regole che ben pochi conoscono e che tuttavia devono essere rispettate sia dai cittadini che dagli ospiti.
1. Fotografare la Tour Eiffel di notte
Poche persone sanno che l’illuminazione della famosissima torre è soggetta a copyright. Le 20.000 luci che avvolgono la torre Eiffel sono considerate un’opera d’arte e quindi ne è vietato sia l’utilizzo a scopo commerciale che la pubblicazione online.
2. Vietato baciarsi in stazione
In passato, i baci che le persone innamorate si concedevano alla stazione rallentavano e ostacolavano la partenza dei treni. Pertanto, per consentire a questi mezzi di viaggiare in orario, i baci sono stati vietati nei pressi dei binari.
3. Il nome Napoleone
A Parigi è vietato chiamare un maiale con il nome Napoleone. Questa regola è stata proclamata per preservare l’immagine dell’Imperatore ed evitare che possa essere associata ad un animale così poco elegante.
4. Programmi radio
Non tutti sanno che le radio parigine devono trasmettere musica francese per il 70% del tempo. Questa regola è stata imposta alle radio nel 1994 e ancora oggi non è stata completamente rimossa.
5. Alcolici
A Parigi è vietato introdurre bevande alcoliche sul posto di lavoro, ad eccezione di birra, sidro e vino prodotti in Francia.
6. Foto alle forze dell’ordine
Evitate di fotografare gli agenti di polizia e i loro veicoli, se vi trovate nella città delle luci, dato che questo è rigorosamente vietato.
7. Lucchetti sui ponti
In molte città agganciare un lucchetto ad un ponte è considerato un gesto romantico tra innamorati. A Parigi, però, questo è vietato, dato che tali oggetti rovinano il panorama locale, considerato dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.